Scrittori in erba

Scrittori in  erba

giovedì 3 aprile 2014

Personaggi storici citati nel film della "iena" Pif.


GIOVANNI FALCONE
“La mafia non è affatto invincibile. E’ un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio,e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini,ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.” Giovanni  Salvatore Augusto Falcone (Palermo, 18 maggio 1939-Capaci,23 maggio 1992) è stato un magistrato italiano. Fu assassinato con la moglie Francesca Morvillo e alcuni uomini della scorta nella strage di Capaci ad opera di Cosa nostra. Assieme all’amico e collega Paolo Borsellino è considerato uno fra gli eroi simbolo della lotta alla mafia in Italia a livello internazionale.

PAOLO BORSELLINO

“Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare.” Paolo Emanuele Borsellino (Palermo, 19 gennaio 1940- Palermo, 19 luglio 1992) è stato un magistrato italiano. Fu assassinato da Cosa nostra con alcuni uomini della sua scorta nella strage di Via D’Amelio. E’ considerato uno fra gli eroi simboli della lotta alla mafia in Italia a livello internazionale, insieme all’amico e collega Giovanni Falcone.

PIO LA TORRE

Medaglia d’oro al merito civile
“Esponente politico fortemente impegnato nella lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso, promotore della coraggiosa legge che ha determinato una innovativa strategia di contrasto alla mafia, mentre era a bordo di una vettura guidata da un collaboratore, veniva proditoriamente fatto oggetto di numerosi colpi di arma da fuoco da parte di sicari mafiosi, perdendo tragicamente la vita nel vile agguato. Fulgido esempio di elevatissime virtù civiche e di rigore morale fondato sui più alti valori sociali spinti fino all’estremo sacrificio.”
-30 aprile 1982,Palermo. Alle 09:20 del 30 aprile 1992,  con una Fiat 131 guidata da Rosario Di Salvo, Pio La Torre stava raggiungendo la sede del partito. Quando la macchina si trovò in una strada stretta, una moto di grossa cilindrata obbligò Di Salvo, che guidava, ad uno stop, immediatamente seguito da raffiche di proiettili. Da un’auto scesero altri killer a completare il duplice omicidio. Pio La Torre morì all’istante mentre Di Salvo ebbe il tempo di estrarre una pistola e sparare alcuni colpi, prima di soccombere.

ROCCO CHINNICI

Nel 1975, giunto al grado di magistrato di Corte d’Appello, fu nominato Consigliere Istruttore Aggiunto. Dopo questo omicidio Chinnici ebbe l’idea di istituire una struttura collaborativa fra i magistrati dell’Ufficio (poi nota come “ pool antimafia”).
Il primo grande processo alla mafia,il cosiddetto maxi processo di Palermo, è il risultato del lavoro istruttorio svolto da Chinnici.
Rocco Chinnici fu ucciso il 29 luglio 1983 con una Fiat 126 imbottita di esplosivo davanti alla sua abitazione ad opera del killer mafioso Antonino Madonia.



SALVO LIMA
Il 12 marzo 1992 insieme ad Alfredo Li Vecchi,docente universitario, e Nando Liggio, suo collaboratore e assessore provinciale, fu ucciso dai killer con tre colpi di pistola.
Nel 1998, nel processo per l’omicidio Lima, vennero condannati all’ergastolo i boss mafiosi Salvatore Riina, Francesco Madonia, Bernardo Brusca, Pippo Calò, Giuseppe Graviano, Pietro Aglieri, Salvatore Montalto, Giuseppe Montalto.
Nel 1963, nel corso di un’indagine, Lima ammise di conoscere superficialmente il boss mafioso Salvatore La Barbera. Salvo Lima, che già all’epoca era comparso varie volte nelle relazioni della Commissione Parlamentare Antimafia ed era stato oggetto di quattro richieste di autorizzazioni a procedere nei suoi confronti per peculato, per interesse privato e falso ideologico. Come afferma nel 1996 un test (l’ ispettore di Polizia di Stato Salvatore Bonferraro) del processo a carico di Giulio Andreotti, Lima fu in rapporti di affari con il costruttore Francesco Vassallo (uno dei progettisti del <<sacco di Palermo>> ), come già documentato in passato dagli atti della Commissione Parlamentare Antimafia.
Nel Settembre 1992 il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta, rilasciò alcune dichiarazioni secondo cui il padre di Lima era un affiliato alla cosca mafiosa di Palermo centro. Secondo la sentenza del processo per l’ omicidio dell’ onorevole (emessa nel 1998), Lima si attivò per modificare in Cassazione la sentenza del Maxiprocesso di Palermo che condannava molti altri boss all’ ergastolo; tuttavia però il 30 Gennaio 1992 la Cassazione confermò gli ergastoli al Maxiprocesso e sancì la validità delle dichiarazioni del pentito Tommaso Buscetta: per queste ragioni Lima venne ucciso, anche per lanciare un avvertimento all’ allora presidente del consiglio Andreotti, che aveva firmato un decreto-legge che aveva fatto tornare in carcere gli imputati del Maxiprocesso scarcerati per decorrenza dei termini e quelli agli arresti domiciliari.

BORIS GIULIANO
Mancano 5 minuti alle 8 del mattino del 21 Luglio 1979, quando il capo della Squadra mobile della Questura di Palermo, Boris Giuliano, varca la soglia del portone di casa. Quel giorno il sole è splendido. Arrivato sul marciapiede cammina diritto Giuliano, senza voltarsi, senza guardarsi attorno. Con passo deciso si reca fin dentro il bar e ordina un caffè ed un iris. Guarda il cassiere, accenna ad un sorriso con il capo e si trova accanto un paio di avventori. Non ha nemmeno il tempo di bere un caffè che il killer, bianco in viso, spara alla testa da una distanza ravvicinata ed in seguito scappa aiutato dal complice. Muore così un funzionario dello stato con l’ altissimo senso del proprio ruolo; soprannominato dai suoi stessi collaboratori “lo sceriffo”, è stato un altro duro colpo alla città di Palermo in quella sanguinosa ed orribile estate.

Boris Giuliano offre un "Iris" al piccolo Arturo in una scena del film: La mafia uccide solo d'estate.


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