Scrittori in erba

Scrittori in  erba

mercoledì 26 marzo 2014

24 Marzo 1944-Per ricordare le fosse ardeatine

Per ricordare tutto ciò che successe il 24 marzo del 1944,attraverso fotografie...


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E attraverso video....
1)http://www.youtube.com/watch?v=o9jTPZeO9js
Daniela,Monica,Marina,Agnese,Gabriella,Irene.

La memoria come strumento di difesa della libertà




335. Fosse Ardeatine: il massacro che non avrà mai fine. Potrebbero essere tre cifre qualunque, ma in realtà rappresentano il numero delle vittime del massacro delle fosse Ardeatine . Il 23 Marzo 1944 a Roma, in Via Rasella, dei gruppi partigiani preparano un attentato contro un reparto delle truppe di occupazione tedesche per combattere il nazifascismo. Questa la goccia che fa traboccare il vaso. L’ azione rivoltosa causa un totale di 42 morti tra i soldati tedeschi e, tragicamente, la vendetta da parte delle forze tedesche viene consumata nel sangue. Appresa la notizia Hitler, accecato dall’ira, parla di uccidere da trenta a cinquanta italiani per ogni caduto tedesco, il feldmaresciallo Kesselring dispone che sarebbe stato sufficiente eliminarne dieci. Il giorno dopo si procede con un rastrellamento di massa : detenuti comuni, ebrei, condannati a morte vengono arrestati dalla polizia fascista e condotti come carne da macello su dei camion al luogo scelto per l’eccidio, ovvero le cave sulla via Ardeatina. A gruppi di cinque le vittime scendono in gallerie buie, vengono fatti inginocchiare e, mentre l’ufficiale Priebke pronuncia i loro nomi, un colpo di pistola al collo mette fine alle loro vite. L’esecuzione procede e i cadaveri, ammassati uno sull’altro, arrivano a formare pile alte quasi due metri. Priebke e Kappler fanno esplodere l’ingresso della cava, lasciando che siano il silenzio e il mistero ad avvolgere il crudo ricordo di quel giorno, accompagnati da una sentenza finale : “L’ordine è stato eseguito”. I familiari dei caduti, così come il resto degli Italiani , verranno a conoscenza della tragedia solo tre mesi dopo. I carnefici avranno un destino ben diverso dalle loro vittime : Kappler riesce a evadere dal carcere, Kesselring non sconta la sua pena e viene addirittura preso come esempio dai nazisti bavaresi, Priebke, fuggito a Bariloche, muore a Roma alla veneranda età di cent’anni . Ecco come il cancro del nazifascismo divora un ideale fondamentale quale la libertà, ma è con le armi della memoria e del ricordo che esso può essere sconfitto. 70 anni dopo, il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, insieme al presidente del senato Grasso e alla vicepresidente della camera Sereni, partecipa, deponendo una corona d’ alloro al mausoleo e sottolineando l’ importanza dell’ unità europea,al margine della celebrazione, dicendo: “Bisogna sempre saper ricordare che la pace non è un regalo o addirittura un dato scontato e per quel che riguardail nostro e gli altri paesi europei è una conquista dovuta all’ unità europea, a quel progetto europeo che oggi da varie parti si cerca di screditare”.

-Celeste Gullì, Debora François, Riccardo Santostefano,Rosaria Tripodo, Wanda Mollica, Gaetano Moragas,Chiara Curatola, Nicolò Sergi, Maria Luisa Raffa.

martedì 18 marzo 2014

Finalmente un vero giornalista!

All’ interno del nostro corso di giornalismo  abbiamo avuto come ospite un giornalista in carne ed ossa: Francesco Creazzo. Ex  studente del Liceo Classico, è ritornato fra le mura della struttura che ha contribuito alla sua formazione culturale.

 Per rompere il ghiaccio abbiamo subito cercato di sapere quali sono state le sue prime esperienze nel campo giornalistico e lui ci ha raccontato di aver pubblicato una relazione personale a soli sedici anni su “L’ altra Reggio”, un giornale locale. La sua prima produzione fu nel 2008 su “Calabria Ora”; andò bene e continuò per due anni a scrivere per questo giornale, in seguito, per altri due anni,  si dedicò alla scrittura online, in particolare su Strill.it, finchè non andò via da Reggio. Successivamente ci ha confessato che, soprattutto durante le ore di filosofia, sotto il banco, ai tempi del ginnasio e del liceo, leggeva di tutto: romanzi, biografie… era anche appassionato di fantasy e lo è tutt’ ora, infatti considera la scrittura fantasy come un esercizio di scomposizione e ricomposizione della realtà. E’ stato anche rimandato due volte in matematica, questo spiega anche la sua scelta di aver seguito studi giornalistici. Alla domanda postagli, se il greco gli fosse servito a qualcosa dopo il liceo, ha risposto che gli ha sicuramente reso più facile leggere ed ha anche confermato la teoria che afferma le materie classiche strumenti per aprire la mente. Si è soffermato su questo argomento facendoci passare il significato e l’ importanza di avere una formazione e un’ istruzione le quali ci fungono come una sorta di bussola in tutto quello che facciamo. Nell’ ambito delle lingue classiche, ci ha fatto l’ esempio di quello che è successo non molto tempo fa ad una giornalista che lavorava alla redazione nazionale: Giovanna Chirri. Essa infatti ascoltando nella stanza vaticana il discorso in latino del Papa ai vari cardinali, fu la prima a dare la notizia delle dimissioni dello stesso, precedendo di un ora tutti gli altri giornalisti. Il segreto di questo tempismo fu proprio la sua conoscenza nell’ ambito delle lingue classiche. Ha parlato inoltre della sua esperienza nell’ AGI (Agenzia Internazionale) e ha confessato che lavorare nella redazione nazionale è stimolante, ma noioso. Essendo fonte primaria delle notizie , ci sono tempi di produzione molto rapidi, per questo bisogna essere molto preparati ed efficienti. Fondamentalmente le agenzie si occupano dei canali ufficiali, invece i giornalisti delle redazioni normali vanno per le strade a sentire il giudizio della gente e ad esaminare le notizie con  i propri occhi, proprio perché un giornalista non si può permettere di avere preferenze fra le notizie ed è un tuttologo. Ritornando al passato, molto commosso, ci ha raccontato di esser stato a Lampedusa, di aver visto persone disperate e che non hanno nessuna voglia di stare in Italia e ci ha fatto conoscere una triste realtà quale la ragione per cui queste persone non possono andare dove vogliono: “La carta di Dublino”.  Ha sottolineato la differenza tra immigrato economico (colui che va via dal suo paese per cercare lavoro o per aprire un attività commerciale) e rifugiato (colui che scappa dalla propria patria a causa della guerra o del razzismo e va appunto a rifugiarsi altrove in condizioni disagiate). La sua conclusione, che è anche realtà purtroppo, è che le merci sono libere di circolare e gli uomini no. Ad una  domanda sul suo genere musicale preferito ha risposto che ascolta molto la musica nera: jazz, soul, ragge, rap ecc.. Infine ci ha svelato alcuni trucchi per diventare giornalista e per scrivere degli articoli che prendano il lettore. Il suo trucco personale è quello che mentre scrive immagina di parlare al telefono con sua nonna, infatti un giornalista (soprattutto online) deve essere diretto, artigianale e semplice, perciò se riesce a farsi capire da sua nonna, il messaggio arriverà chiaro a tutti. Un altro metodo, quello più diffuso, è quello delle cinque “W” ed inoltre sul Web di solito l’ attacco dell’ articolo (incipit) deve essere molto chiaro e riassumere tutto il contenuto in poche righe.

Alla fine dell’ incontro ci ha fatto vedere un piccolo video su Youtube di Hans Rosing che rappresentava un grafico della crescita di tutti i paesi del mondo da un po’ di anni a questa parte. Con questa scusa ha aperto una piccola parentesi sui mass media e sui vari linguaggi e i vari mezzi di comunicazione. Non ci abbiamo pensato due volte quando ci è stato proposto di farci una foto con lui ed abbiamo immortalato quel fantastico momento tutti insieme.

-Riccardo Santostefano                                                                                                                           18/03/2014


lunedì 17 marzo 2014

Faccia a Faccia con Francesco Creazzo, giornalista, già studente del Campanella.

Francesco Creazzo, giovane giornalista, lunedì 10 marzo è tornato nel suo 
Il giornalista Creazzo  ospite al Campanella
vecchio liceo, il Tommaso Campanella di Reggio Calabria, ospite ad un corso pomeridiano per aspiranti giornalisti/scrittori. Il giornalista, basandosi sulle domande poste dai ragazzi, inizia il discorso spiegando che è iniziato tutto quando a soli tredici anni pubblica una sua riflessione su: "L'altra Reggio", da qui ha iniziato la sua scalata verso il successo che lo porterà poi a scrivere per giornali on-line come Strill.it e cartacei regionali. Facendo un salto indietro nel tempo, mostra loro l'adolescente che era: dichiarando di aver letto libri d'ogni genere, dalle autobiografie ai romanzi fantasy, durante le ore di filosofia (materia non particolarmente amata) e conservando ancora oggi i suoi generi musicali preferiti di allora quali il Jazz, il Blues e il Rap. Tornando al presente racconta della sua esperienza a Lampedusa come reporter, raccogliendo le testimonianze delle persone del posto e vivendo come loro e assieme a loro per circa un mese: "Ho visto persone disperate che non vogliono stare in Italia e alle quali non è concesso fermarsi in qualsiasi posto dell' Europa." dichiara, e mentre lo dice si percepisce un pò della sua emozione nel riportare alla mente certi ricordi. Chiudendo quest'argomento abbastanza forte e toccante, passa poi al dare ai più piccoli qualche dritta per quanto riguarda la scrittura nel campo giornalistico: accenna al trucco delle 5W e svela il suo segreto: "Quando devo scrivere un articolo immagino di doverlo raccontare a mia nonna." questo, spiega, lo fa essere chiaro e veloce nei concetti perchè è proprio la chiarezza il punto chiave di un articolo, e lui lo dimostra agli studenti con un video preso da YouTube nel quale un professore universitario americano sintetizza secoli di evoluzione dei paesi in soli dieci minuti. Terminate le due ore i ragazzi non esitano nel farsi una foto assieme a lui in modo da poter intrappolare per sempre quell'esperienza. -Debora François

La scrittura come ricerca della Libertà. Recensione del film Freedom Writers.

Freedom Writers, film assolutamente da vedere! Il Film è tratto da una storia vera , prodotto nel 2007 dal regista Richard LaGravenese, racconta la storia di una insegnante di letteratura alle prime armi alla quale viene affidato il suo primo incarico in una scuola molto "particolare" , la Wilson High School di Long Beach.
L'entusiasmo iniziale di Erin Gruwell, felice del nuovo posto di lavoro,  viene meno molto presto. La classe infatti è diversa da quello che lei si aspettava, lo studio non è fra le priorità dei ragazzi, composta da studenti di colore che condividono anche lo stesso tragico destino, ragazzi che crescono tra scontri fra gang, risse, furti, scontri armati, una realtà dura che non si può cambiare.
Ma Erin si dimostrerà una insegnante diversa, si scontrerà con il marito, mettendo in crisi anche il proprio matrimonio e scontrandosi con il padre, pur di aiutare i ragazzi ad aprirsi con lei, mettendoli al primo posto.
La professoressa non si sofferma sul programma scolastico, se non in un primo momento, il disinteresse degli alunni la spingerà a cercare di capirli e per farlo loro devono potersi aprire e fidarsi di lei.
Le scene si svolgono principalmente a scuola, quella più significativa è stato il momento in cui i ragazzi consegnano i diari personali all'insegnante, lasciandosi "leggere" , raccontando la loro storia.
Un momento importante del film è la lettura del diario di Anna Frank, una storia di discriminazione razziale, simile sotto molti punti di vista a quella degli alunni.
Un film ricco di emozioni intense, da vedere, per scoprire una società che non tutti conosciamo, una realtà comunque non molto distante da noi.


Aurora, Chiara, Gabriella, Maria Luisa, Sissi, Annalaura.


Scrittori: così parlò Bukowski!


Alla scoperta degli Scrittori della Libertà.


Scheda tecnica
Titolo: Freedom Writers
Anno: 2007
Genere: Drammatico
Durata: 118 minuti
Regia : Richard LaGravenese
Casa di produzione : Paramount Pictures

“Ogni voce che dice che non puoi farlo, deve tacere, ogni voce che dice che non ce la fai, deve sparire.”

Questo è l’insegnamento dato da una donna che impiega la maggior parte delle sue forze e del suo tempo nell’istruire dei ragazzi con vite segnate dal dolore e dalla sofferenza fin dalla nascita. La storia, realmente accaduta, si svolge in un quartiere di Los Angeles, Long Beach, dove morti e feriti nella guerra fra gang rivali sono all’ordine del giorno. Per salvare i suoi alunni da una realtà fin troppo dura per degli adolescenti, la professoressa Gruwell trova un nuovo metodo per trasmetter loro i valori più importanti e significativi . Prova a entrare nelle loro vite prima attraverso la musica che ascoltano, il rap, poi consegnandogli un quadernetto dove poter scrivere i loro pensieri, dubbi, emozioni, insomma, dove potersi raccontare. Decide di far capire loro a cosa porta l’odio e la discriminazione messa in atto tra membri di diverse gang,facendogli conoscere l’olocausto attraverso incontri con i sopravvissuti. Questo suo tentativo viene ostacolato dall’amministratrice delegata che non ha intenzione di fornire ciò che è necessario all’apprendimento dei ragazzi. Ciò accade anche nelle nostre scuole, dove i finanziamenti mancano e sono gli stessi docenti a doversi procurare il materiale. Il film ci è piaciuto perché apre gli occhi ad una realtà fin troppo sconosciuta, perché sottolinea la speranza e la fiducia che si deve infondere negli studenti, propone una maniera differente di insegnare rispetto alla solita spiegazione chilometrica dei docenti italiani. Tutti noi vorremmo una prof.ssa come la Gruwell, che stimola e cattura l’attenzione e fa sì che gli studenti si rechino a scuola con il sorriso sulle labbra. Una scena di forte impatto emotivo che ci è piaciuta particolarmente è quella in cui un ragazzo che era sempre stato in disparte, in silenzio, tanto da far dimenticare la sua presenza in classe ad alcuni compagni, decide di leggere una pagina del suo diario: provenendo da una famiglia povera e piena di problemi,  egli definisce la classe della Gruwell come un luogo da poter chiamare casa, in cui potersi esprimere e sentirsi libero. Consigliamo vivamente la visione di questo film.  

VOTO: 9.5


Daniela, Celeste, Marina, Giorgia, Nicolò, Antonio.