Scrittori in erba

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mercoledì 26 marzo 2014

La memoria come strumento di difesa della libertà




335. Fosse Ardeatine: il massacro che non avrà mai fine. Potrebbero essere tre cifre qualunque, ma in realtà rappresentano il numero delle vittime del massacro delle fosse Ardeatine . Il 23 Marzo 1944 a Roma, in Via Rasella, dei gruppi partigiani preparano un attentato contro un reparto delle truppe di occupazione tedesche per combattere il nazifascismo. Questa la goccia che fa traboccare il vaso. L’ azione rivoltosa causa un totale di 42 morti tra i soldati tedeschi e, tragicamente, la vendetta da parte delle forze tedesche viene consumata nel sangue. Appresa la notizia Hitler, accecato dall’ira, parla di uccidere da trenta a cinquanta italiani per ogni caduto tedesco, il feldmaresciallo Kesselring dispone che sarebbe stato sufficiente eliminarne dieci. Il giorno dopo si procede con un rastrellamento di massa : detenuti comuni, ebrei, condannati a morte vengono arrestati dalla polizia fascista e condotti come carne da macello su dei camion al luogo scelto per l’eccidio, ovvero le cave sulla via Ardeatina. A gruppi di cinque le vittime scendono in gallerie buie, vengono fatti inginocchiare e, mentre l’ufficiale Priebke pronuncia i loro nomi, un colpo di pistola al collo mette fine alle loro vite. L’esecuzione procede e i cadaveri, ammassati uno sull’altro, arrivano a formare pile alte quasi due metri. Priebke e Kappler fanno esplodere l’ingresso della cava, lasciando che siano il silenzio e il mistero ad avvolgere il crudo ricordo di quel giorno, accompagnati da una sentenza finale : “L’ordine è stato eseguito”. I familiari dei caduti, così come il resto degli Italiani , verranno a conoscenza della tragedia solo tre mesi dopo. I carnefici avranno un destino ben diverso dalle loro vittime : Kappler riesce a evadere dal carcere, Kesselring non sconta la sua pena e viene addirittura preso come esempio dai nazisti bavaresi, Priebke, fuggito a Bariloche, muore a Roma alla veneranda età di cent’anni . Ecco come il cancro del nazifascismo divora un ideale fondamentale quale la libertà, ma è con le armi della memoria e del ricordo che esso può essere sconfitto. 70 anni dopo, il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, insieme al presidente del senato Grasso e alla vicepresidente della camera Sereni, partecipa, deponendo una corona d’ alloro al mausoleo e sottolineando l’ importanza dell’ unità europea,al margine della celebrazione, dicendo: “Bisogna sempre saper ricordare che la pace non è un regalo o addirittura un dato scontato e per quel che riguardail nostro e gli altri paesi europei è una conquista dovuta all’ unità europea, a quel progetto europeo che oggi da varie parti si cerca di screditare”.

-Celeste Gullì, Debora François, Riccardo Santostefano,Rosaria Tripodo, Wanda Mollica, Gaetano Moragas,Chiara Curatola, Nicolò Sergi, Maria Luisa Raffa.

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