Scrittori in erba

Scrittori in  erba

lunedì 17 marzo 2014

Faccia a Faccia con Francesco Creazzo, giornalista, già studente del Campanella.

Francesco Creazzo, giovane giornalista, lunedì 10 marzo è tornato nel suo 
Il giornalista Creazzo  ospite al Campanella
vecchio liceo, il Tommaso Campanella di Reggio Calabria, ospite ad un corso pomeridiano per aspiranti giornalisti/scrittori. Il giornalista, basandosi sulle domande poste dai ragazzi, inizia il discorso spiegando che è iniziato tutto quando a soli tredici anni pubblica una sua riflessione su: "L'altra Reggio", da qui ha iniziato la sua scalata verso il successo che lo porterà poi a scrivere per giornali on-line come Strill.it e cartacei regionali. Facendo un salto indietro nel tempo, mostra loro l'adolescente che era: dichiarando di aver letto libri d'ogni genere, dalle autobiografie ai romanzi fantasy, durante le ore di filosofia (materia non particolarmente amata) e conservando ancora oggi i suoi generi musicali preferiti di allora quali il Jazz, il Blues e il Rap. Tornando al presente racconta della sua esperienza a Lampedusa come reporter, raccogliendo le testimonianze delle persone del posto e vivendo come loro e assieme a loro per circa un mese: "Ho visto persone disperate che non vogliono stare in Italia e alle quali non è concesso fermarsi in qualsiasi posto dell' Europa." dichiara, e mentre lo dice si percepisce un pò della sua emozione nel riportare alla mente certi ricordi. Chiudendo quest'argomento abbastanza forte e toccante, passa poi al dare ai più piccoli qualche dritta per quanto riguarda la scrittura nel campo giornalistico: accenna al trucco delle 5W e svela il suo segreto: "Quando devo scrivere un articolo immagino di doverlo raccontare a mia nonna." questo, spiega, lo fa essere chiaro e veloce nei concetti perchè è proprio la chiarezza il punto chiave di un articolo, e lui lo dimostra agli studenti con un video preso da YouTube nel quale un professore universitario americano sintetizza secoli di evoluzione dei paesi in soli dieci minuti. Terminate le due ore i ragazzi non esitano nel farsi una foto assieme a lui in modo da poter intrappolare per sempre quell'esperienza. -Debora François

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